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Finalmente … la capitale! tre giorni a Copenaghen

by Piedini in Viaggio
 
La capitale danese ci ha accolti con la pioggia… ma ci ha subito conquistato!

Le finestre del nostro appartamento in zona Østebro si affacciano sulla strada dove si continua a passeggiare fino a tarda ora e sul cortile condominiale attrezzato di parco giochi per i bimbi (che occupano sempre un posto privilegiato qui) e per i fili per stendere i panni.. in comune! Avete capito bene.. come vi avevo anticipato nel post dedicato alla prima parte del nostro viaggio  , qui c’ è un bell’atmosfera di rispetto, fiducia e aiuto reciproco. E ce ne siamo accorti dalle piccole cose… sui pullman c’è il posto riservato per gli anziani e per le mamme con i bimbi in braccio, oltre che il posto dedicato ai passeggini, nessuno utilizza quei posti senza averne diritto; un pomeriggio, uscita da un negozio ero visibilmente preoccupata perché non trovavo la carta di credito con cui avevo pagato.. mi si è subito avvicinata una signora anziana a chiedermi in un perfetto inglese se avevo perso qualcosa e se poteva aiutarmi, stessa cosa con le indicazioni stradali, appena si tirava fuori una cartina anche solo per fare il punto della situazione e vedere come continuare la nostra passeggiata, venivamo aiutati nonostante non chiedessimo nulla.

Abbiamo passato tre giorni pieni nella capitale danese, soggiornando tramite airbnb in una zona molto comoda! Il pullman, in 20min ci portava in pieno centro ed era ben collegato con l’aeroporto. Abbiamo scelto l’appartamento proprio per questo motivo, e nelle ricerche, mi sono accorta dopo averlo prenotato che non era un alloggio tutto per noi ma una stanza condivisa con il padrone di casa…Sulle prime ero un po’ preoccupata, perché non sapevo cosa aspettarmi e che persona era il nostro Host… invece mi devo ricredere! Marc, il padrone di casa, era un ragazzo giovane, simpatico e ci ha aiutato molto! La sera si chiacchierava insieme e se avevamo bisogno di informazioni lui ci spiegava.. anche con i nostri bimbi è stato davvero carino, chiacchieravano a loro modo, lui parlottando in italiano e i miei bimbi ripetendo alcune parole in inglese per farlo ridere. È stato divertente!

Primo giorno:

Il primo giorno ci siamo premuniti di fare il city pass 72 ore, per poter utilizzare i mezzi pubblici, in modo da poterlo sfruttare anche per il viaggio per rientrare in aeroporto. Abbiamo fatto tutto online! La città è davvero a misura d’uomo, piena di parchi verdi dove fare pic nic, riposare sotto gli alberi, portare i bimbi a giocare nei numerosi parchi giochi. Come primo approccio, siamo andati a Amalienborg, residenza ufficiale dei reali danesi, nella cui piazza, ogni giorno alle 12 avviene il cambio della guardia. Complice la bella giornata di sole ci siamo spinti, in passeggiata su Langelinie, un viale immerso nel verde che costeggia il mare fino all’ingresso del  porto dove c’è la famosa statua della Sirenetta. La statua dedicata al personaggio nato dal racconto di Hans Christian Andersen, divenuta famosa in tutto il mondo e simbolo indiscusso della città.

Ci siamo lasciati alle spalle la Fontana di Gefion, ispirata alla leggenda della formazione dell’isola su cui sorge la città e abbiamo raggiunto uno dei punti più turistici, dopo le mille foto di rito con la Sirenetta, di rientro, abbiamo fatto una strada diversa per vedere la cittadella “Kastellet”, uno dei posti più storici di Copenaghen, per poi fermarci per una tappa pranzo visto che i nostri pancini borbottavano. Pizzette per tutti con annesso pic nic sul parco!

Siamo andati verso Frederiks Kirke, meglio nota come Marmorkirke, chiesa di Marmo. Abbiamo ammirato la sua cupola, la più grande di tutta la Scandinavia, ispirata alla cupola di San Pietro di Roma. E Poi passeggia passeggia siamo arrivati a Nyhavn! Il vecchio porto della città, suo simbolo ormai in tutto il mondo, per le sue casette colorate. Punto centrale del turismo, pieno di gente di passeggia o fermi agli innumerevoli locali e ristoranti…  Da qui partono anche i battelli turistici che permettono attraverso il Tour dei canali di vedere la città sotto un aspetto diverso e insolito. Si pensava di tornare indietro visto che la stanchezza iniziava a farsi sentire, ma davvero, la città è quasi tutta concentrata e scopriamo che non siamo distanti dal Rosemborg Castle!

Giovanni si è appena svegliato e si ritrova a correre nei giardini reali, una passeggiata intorno al castello, cigni e paperelle a cui gettare un po’ di pane, le immancabili foto sull’erba e dopo però si torna a casa! Marc ci aspetta, chiacchieriamo, lui prepara uno strano pane e lo mette in forno: dice che lo prepara sempre per gli ospiti,  sarà la nostra colazione per i giorni a venire.

Marmorkirke

 

Le due sirenette

 

La Cittadella – Kastellet

Rosemborg Castle

 

Secondo giorno:

 

Ieri con la bella giornata avevamo pianificato di tornare a Nyhavn per prendere il battello… e oggi?? Ci si sveglia con le nuvole.. per fortuna niente pioggia ma decidiamo di posticipare a domani il giro, intanto ci informiamo su prezzi e tour. Vista la giornata un po’ fresca approfittiamo del nostro city pass e lo usiamo per ogni spostamento! Prima tappa Christiania! Comunità indipendente parzialmente autogovernata. Famosa per la libera circolazione delle droghe leggere (vietate assolutamente quelle pesanti) dove vige anarchia pacifista e le auto non possono circolare. Ora è diventata molto turistica, noi ci siamo stati nell’orario di pranzo, mi avevano consigliato i chioschetti all’interno per mangiare dei buoni panini, e così è stato, ma sinceramente non abbiamo visto nulla di interessante.

Decidiamo quindi di visitare il Nationalmuseet, il Museo Nazionale Danese, dedicato alla storia della civiltà danese messa a confronto con altre civiltà, ma soprattutto molto interessante la sezione dedicata ai bambini! Un intero piano a loro dedicato, dove viene ripercorsa la Storia e i bimbi apprendono giocando, travestendosi e disegnando!

Christiania

Copenaghen

 

Terzo giorno:

Il nostro ultimo giorno l’abbiamo passato in relax. Una passeggiata per la via pedonale Stroget, affollata di turisti, di negozi (grandi marche internazionali) e souvenirs. C’è anche un bel negozio Lego dove ovviamente facciamo sosta e qualche foto.  Per pranzo abbiamo finalmente assaggiato i famosi Smorrenbrod , il panino tipico danese, pane di segale, con burro, con sopra varie composizioni di carne e verdura o pesce e verdura ,formaggi e salumi  conditi con salse varie.

Dopo pranzo è la volta del giro in battello. Ci sono due principali compagnie che lo effettuano, Canal Tours e Netto-Badene, quest’ultimo, a parità di percorso costava quasi la metà.. aggiudicato! La giornata è davvero calda e ne approfittiamo per prendere un bel gelato a Nyhavn, le ultime foto di rito con lo sfondo colorato.. e poi… c’è ancora quasi tutto il pomeriggio? Che facciamo? La giornata è piena di sole.. decidiamo di passare il nostro ultimo pomeriggio di vacanze al parco e andiamo verso Faelledparken!

Cerchiamo il parco giochi più vicino e scopriamo una piccola oasi di pace nel parco, da un lato una pista con tanto di segnali stradali, semafori e finta pompa di benzina, dove sfrecciano bimbi con monopattini e bici alle prime armi, dall’altro, un angolo con scivoli, altalene e sabbia per i più piccoli con annessi palette e secchielli per tutti. Facciamo amicizia con un bimbo inglese e la sua mamma, Giulia e Giovanni giocano tutto il pomeriggio e noi finalmente ci rilassiamo.

Via pedonale Stroget

 

Pensiamo al nostro viaggio e siamo soddisfatti.. il nostro primo on the road!

Pensiamo a quanto sia faticoso far conciliare tutte le esigenze di noi quattro ma quanto ci piace vedere Giulia che gioca rincorrendo un piccolo danese in bici, comunicando solo con risate e sguardi, Giovanni che gioca con la sabbia con Thomas, della sua età, inglese,  la cui mamma ci dice che a Londra hanno amici italiani e quindi Thomas vuol “parlare” con lui.

Riflettiamo a quanto questo viaggio ci faccia capire che bisognerebbe godere di più dei panorami, del nostro clima più mite, delle belle giornate invece che spesso stare chiusi in casa per pigrizia. Oggi per esempio, la maggior parte dei Danesi sta cenando all’aperto, con grigliate, pic nic e giochi all’aria aperta per i bimbi.. e ora buttando giù queste righe mi è tutto più chiaro e mi viene in mente la parola che ho letto spesso sulla guida, studiandomi l’itinerario: HYGGE,  e finalmente ne ho colto e vissuto il vero significato in questi giorni.

Lo spiego anche a voi utilizzando le parole del web visto che è una parola che i Danesi usano da un secolo e mezzo e non ha una vera traduzione in italiano.

” Hygge è un metodo  per reagire al buio e al freddo del clima nordico, ma  che può funzionare in ogni parte del mondo. Per essere Hygge è necessario riflettere su cosa ci fa veramente stare bene, in testa la capacità di creare sempre e in ogni luogo l’ambiente migliore in modo di accogliere al meglio se stessi. Per esempio cucinare tutti insieme, condividere gli spazi ideali, predisporre una tavola conviviale, in breve come godersi la vita, in città e in compagnia. Va da sé che, nei momenti Hygge, l’ideale è spegnere  computer e cellulari, connettersi solo con chi ci è accanto ed essere realmente in quel luogo in quel momento, predisposti all’ascolto reciproco e alla gioia. Hygge non è una ricetta o una forma specifica – è una qualità universale che tutti conosciamo, in tutto il mondo. È abbastanza banale come le cose più belle della vita: stare seduti con un bambino appena nato e i suoi genitori a bere il caffè e non fare nient’altro che guardare il bambino. Stare con buoni amici, mangiare bene, ridendo e godendo della reciproca compagnia. Tornando a casa dopo il lavoro, fuori cade la pioggia, si scivola in abiti comodi, si accende una candela e ci si mette in un angolo con un libro e una coperta – è un sentimento universale. Ma avere una parola per definire tutto questo, ci rende più consapevoli nella nostra vita di tutti i giorni. L’erba del vicino non è più verde, negli Stati Uniti o in Scandinavia – ma è più verde dove si innaffia! E hygge è un invito a portare nella nostra vita più cose che hanno un significato per noi. È un invito a godere di tutte le cose piccole e buone della vita – come il cibo, la famiglia e gli amici”

In effetti ammetto di non aver visto nessun bimbo, NESSUNO con un telefono in mano. Nessuno intento a giocare al cellulare o ai videogame. Forse è proprio questo l’insegnamento che ci portiamo a casa, cercare di approfittare dei nostri momenti liberi per goderci il presente.
Saremo ipocriti a dire che sia andato tutto alla perfezione, perché qualche piccolo disguido c’è stato, ma nulla di esagerato! I nostri bimbi si sono rivelati dei perfetti viaggiatori, molto curiosi e soprattutto entusiasti. Hanno assaggiato cibi diversi, parlottato una lingua diversa dalla loro, visto animali nel loro habitat naturale e si sono divertiti tanto! Noi siamo felici di averli visti sereni.. e questo fa passare tutta la stanchezza e tutte le paure che avevamo in viaggio!

 

 

 

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1 comment

Alessandra Cortese 30 Marzo 2018 - 14:26

Ho dei bellissimi ricordi di questa città perché ci siamo stati in viaggio di nozze nel 2005! Concordo sulla gentilezza e disponibilità dei danesi!!❤️❤️❤️

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